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AUTO ELETTRICA? LA PROVOCAZIONE DI MAZZARELLA: ''TORNERO' QUANTO PRIMA ALLA BENZINA''.


Da ilDolomiti (qui link ad articolo. https://www.ildolomiti.it/cronaca/2024/auto-elettrica-la-provocazione-tornero-quanto-prima-alla-benzina-poche-colonnine-e-costi-altissimi-mazzarella-sostituire-unauto-normale-oggi-e-impraticabile ) Tra le criticità sottolineate le poche colonnine presenti, i lunghi tempi di ricarica (con l'impossibilità di pianificare efficacemente un percorso) e il costo elevato che rischia di diventare inaccessibile per un utente medio. TRENTO. "La rete di auto elettriche trentina è ridicola, tornerò quanto prima alla benzina". Sono queste le parole forti scritte sui social da Massimiliano Mazzarella, coordinatore del direttivo provinciale trentino di Azione nonchè imprenditore informatico e ideatore qualche anno fa del progetto "Futur3", che ha creato tra il 2009 e il 2011 una delle più grandi reti wireless d’Europa: la rete Free Luna.

 

La dichiarazione ha naturalmente il sapore della provocazione, che parte però in primis dall'esperienza diretta del "Mazzarella utente", proprietario di un'auto elettrica e quotidianamente alle prese con molte difficoltà nella sua gestione, relativamente alla possibilità di ricaricarla efficientemente sul territorio provinciale.

 

"In proporzione alla quantità di auto elettriche presenti le infrastrutture dedicate alla ricarica sono molto poche" racconta Mazzarella a il Dolomiti, partendo proprio da una recente "odissea" alla ricerca di una colonnina.





"Per recarmi semplicemente da Trento a Rovereto per una visita, senza aver avuto la possibilità di caricare completamente l'auto a casa – viene specificato – mi sono appoggiato all'unica colonnina Fast Charger presente, scontrandomi con notevoli difficoltà nell' avviare l'app dedicata. Non riuscendo a far partire la ricarica, ho fatto un tentativo con quella presente a Volano, dove però non era disponibile la ricarica veloce, provando infine con quella presente a Besenello dove (sorride, ndr) non era presente il cavo normalmente in dotazione alle colonnine. Ho quindi dovuto chiedere ad un parente di portarmi da casa il mio: in sintesi, ci ho impiegato oltre tre ore per affrontare un brevissimo tragitto".

 

Al di là dell'esperienza negativa, condizionata da più fattori, l'occasione è quella per una riflessione di più ampio respiro: "Al netto del numero basso, la maggior parte delle colonnine è a bassa capacità e impiega quindi molto tempo per la ricarica: è quindi impossibile sostituire la ricarica domestica, pianificando efficacemente un viaggio affidandosi alle infrastrutture sul territorio e arrivando nei tempi prestabiliti a destinazione".

 

Massimiliano Mazzarella affronta poi, sempre dal punto di vista dell'utente, il capitolo costi di ricarica che rimangono elevati: "Il rischio è di spendere 50 euro per percorrere poco più di 200 chilometri, costo molto alto per un utente medio. Basti pensare che fino a circa sei mesi fa l'A22 forniva ricariche gratuite agli utenti anche in certi parcheggi limitrofi all'autostrada, e per questo le colonnine erano molto utilizzate, mentre ora non è più così. Va osservato come comunque quelle autostradali rimangano sempre le più convenienti: insomma, se i vantaggi dell'elettrico ci sono in termini di prestazioni e comfort, la sostituzione totale di un'auto normale appare attualmente impossibile, sia per una questione di possibilità di ricarica sia per i costi, e la criticità è ovviamente su scala nazionale".

 

E dallo sguardo dell'utente, si passa subito al "pensiero politico" con Mazzarella che osserva come un certo tipo di transizione debba essere per forza accompagnata da politiche industriali "di livello" che si discostino dai semplici slogan a breve termine: "La rivoluzione green è naturalmente positiva, ma per fare un esempio concreto in relazione a quanto detto in precedenza va tenuto conto che se tutti fossimo in possesso di un auto elettrica il sistema energetico italiano collasserebbe".

 

"Se ci siamo dati degli obiettivi, indubbiamente qualcosa di più concreto va fatto oppure vanno cambiati i paradigmi: a nostro avviso il green deal, per come è ipotizzato all'oggi, non appare sostenibile" conclude Mazzarella, che puntualizza: "Serve un piano energetico a livello europeo, ma soprattutto nazionale, che tenga conto che le risorse rinnovabili al momento non sono sufficienti: serve abbassare il costo dell'energia e al contempo aumentare la sua produzione in tempi brevi. Da questo punto di vista puntare sul nucleare potrebbe essere una soluzione: arrivando ad un'alta offerta di energia, e anche a basso costo, allora sarà probabilmente possibile realizzare anche infrastrutture con costi sostenibili e di conseguenza incentivare l'utilizzo dell'elettrico".

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