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PROPOSTE

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 CANDIDATO CAPOLISTA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI 

Alcuni momenti della campagna.

Risultati di lista.

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Il programma in sintesi

Italia è un Paese le cui energie sono da troppo tempo represse e soffocate da ideologie di tutti i tipi e dalla mancanza di meritocrazia e pari opportunità. I problemi che hanno frenato il nostro sviluppo non derivano né dalla insufficiente presenza dello Stato, né dall’ingresso nella Moneta Unica, come invece sembrano pensare conservatori, sovranisti e populisti di ogni specie.

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Negli Anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, sfruttando energia e voglia di fare di una generazione che si è impegnata lavorando per ricostruire un paese distrutto dalla guerra, siamo passati da essere un Paese essenzialmente agricolo a uno dei più importanti del mondo.

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Poi, negli anni ‘70, abbiamo fallito la sfida successiva: quella di investire i dividendi di quella crescita impetuosa e di adottare riforme strutturali per mettere le basi di uno sviluppo duraturo, in un contesto internazionale profondamente mutato a causa delle crisi petrolifere e dell’instabilità monetaria. E allora siamo andati avanti con inflazione, svalutazione e debito pubblico. False soluzioni di breve periodo che mettevano sotto il tappeto i problemi strutturali che si accumulavano. Negli anni ‘90, l’ingresso nell’Unione Monetaria Europea ci ha impedito l’utilizzo di queste misure per “tirare a campare”, e allora la polvere è venuta fuori dal tappeto.

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Così negli ultimi 30 anni la produttività totale dei fattori (la misura di “quanto bene funziona la nostra economia”) è rimasta sostanzialmente ferma, e così anche il reddito pro-capite e i salari reali.

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Le ragioni sono chiare: dapprima conservatorismi e poi i populismi (di destra e di sinistra) hanno impedito all’Italia di realizzare quelle riforme profonde che erano necessarie per rilanciare la crescita e sfruttare le opportunità della globalizzazione. La prova che un altro modo di governare è possibile è data dall’esperienza del governo Renzi – con Carlo Calenda Ministro dello Sviluppo Economico – in cui la pressione fiscale è diminuita di circa due punti percentuali, il debito pubblico si è stabilizzato e furono introdotte riforme di sistema per far crescere la produttività (Jobs Act, Industria 4.0 e tante altre).

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Il nostro rimane uno dei Paesi a più bassa mobilità sociale del mondo occidentale. A dover essere redistribuita non è soltanto la ricchezza, bensì le opportunità. Compito della politica è mettere tutti sulla stessa linea di partenza, e lasciare che ognuno possa dispiegare liberamente il proprio potenziale. Non serve inventare nuove tasse, sognare la patrimoniale o riempirsi la bocca di “redistribuzione della ricchezza”, serve il connubio inscindibile tra meritocrazia e pari opportunità. Non solo, ovviamente. Chi rimane indietro va aiutato, ma non con la logica dell’assistenzialismo parassitario, bensì con l’instancabile tentativo di rimettere ciascuno in gioco, e da protagonista.

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La nostra missione è quindi chiara: allargare le opportunità per tutti, a cominciare da quelli che ne sono sprovvisti. Per farlo, proponiamo un ampio spettro di riforme radicali in ogni dimensione del nostro stare insieme: dal funzionamento delle istituzioni repubblicane al settore formativo, dal funzionamento dei mercati alla Pubblica Amministrazione, dal fisco alla giustizia.

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Partendo dal punto di riferimento fondamentale: l’attuazione “senza se e senza ma” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che non è solo il più ambizioso programma di modernizzazione che il nostro Paese abbia mai visto, ma è anche l’occasione – se ben gestito – di far avanzare l’integrazione europea lungo le dimensioni che sono necessarie per rendere l’Europa la protagonista di questo secolo.

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Per realizzare questi nostri intendimenti, proponiamo un Programma che abbia tre obiettivi generali: favorire una crescita economica inclusiva e sostenibile, allargare le opportunità per tutti e semplificare radicalmente la vita ai cittadini. Proponiamo in particolare specifici punti programmatici per i seguenti 20 ambiti della vita pubblica.

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