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SICUREZZA: PIU' TELECAMERE E PRESIDI. SI RICONOSCA LA RESPONABILITA' DI FUGATTI PER LO SMANTELLAMENTO DELL'ACCOGLIENZA DIFFUSA

  • Massimiliano Mazzarella
  • 21 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Torno sul tema sicurezza a Trento e sull’episodio di vandalismo avvenuto ieri sera a Piedicastello, dove sono stati sfondati i vetri di 13 automobili. È inaccettabile che episodi del genere si ripetano, ed è ancora più inaccettabile assistere all’uso strumentale di questi fatti da parte dei soliti consiglieri Demattè e Urbani. Ogni occasione diventa pretesto per una sterile polemica, senza proporre alcuna soluzione concreta.


Ricordiamo tutti benissimo le critiche dei consiglieri di minoranza rivolte al sindaco per il progetto di video/audio-sorveglianza Marvel, che avrebbe introdotto a Trento un sistema avanzato di controllo e prevenzione basato su intelligenza artificiale, tematiche sulle quali con Sì Trento crediamo molto. Quel progetto è stato bloccato non per problemi di sostanza, ma per cavilli giuridici che si stanno risolvendo. Se solo i consiglieri avessero letto con attenzione la sentenza del Garante, capirebbero che non c’è alcuno scandalo né alcuna deriva da “Grande Fratello” come polemicamente vorrebbero fare credere alla popolazione alimentando l’allarmismo.


Il Consigliere comunale Demattè giustifica oggi la sua contrarietà a quel sistema di video/audio-sorveglianza affermando che “non si può affidare la sicurezza a un algoritmo che inoltra dati sensibili a un server polacco”. Forse Demattè pensa di poter gestire in tempo reale le oltre 600 telecamere presenti a Trento (molto poche per quanto mi riguarda) con l’impiego di decine di persone da mettere davanti agli schermi e un mega bottone rosso da pigiare in caso di emergenza? Credo che prima di preoccuparsi dei server polacchi, sarebbe opportuno che chi spara a zero senza apparente competenza si aggiorni sulle reali potenzialità di questi strumenti e su dove stia andando il mondo. L’intelligenza artificiale è utilizzata in ambito medico per prevenire tumori e malattie, figuriamoci cosa può fare in termini di sicurezza urbana.





Ma il tema sicurezza non può essere ridotto a un dibattito su un singolo progetto. Il Comune ha fatto e continua a fare la sua parte seppur ovviamente e possa sempre fare meglio e di più:

✔️ Aumentato del numero di agenti della Polizia Locale (altri 13 verranno a breve assunti)

✔️ Progetti di sorveglianza di vicinato permanenti (dopo le sperimentazioni del 2024)

✔️ Implementazione di unità cinofile antidroga

✔️ Intensificazione del rapporto e della collaborazione con la Questura


Tuttavia, è bene ricordare che la sicurezza pubblica è una responsabilità dello Stato. Il Comune può presidiare il territorio, ma spetta alle autorità statali garantire la presenza di forze dell’ordine adeguate, potenziare gli strumenti di espulsione dei soggetti pericolosi ma soprattutto investire in presidi fissi. Questi ultimi, che con Sì Trento riteniamo fondamentali, sono stati insistentemente richiesti ed ottenuti dal Sindaco ma ultimamente alcuni sono stati tolti dal Questore che preferisce avere più volenti in movimento.


Riteniamo si debba ripristinare la situazione.Chi oggi cavalca la paura dimentica di aver smantellato le politiche di accoglienza diffusa nelle valli trentine, concentrando su Trento centinaia di persone senza strutture adeguate e senza alcun supporto. Dal 2018, sotto la guida di Maurizio Fugatti, ha visto la chiusura dei fondi per l’integrazione e lo smantellamento di strutture necessarie all’accoglienza, con il risultato che oggi più di 800 persone si sono concentrate a Trento e più di 200 di loro si trovano a vivere sotto i ponti, esposte al freddo e al degrado. Una situazione di disperazione che spingerebbe anche ciascuno di noi a rifugiarsi nell’alcool e nella droga diventando un potenziale pericolo per gli altri.


Questa scelta, voluta da Fugatti per palesi e meri fini elettorali nelle valli, sta rischiando di trasformare Trento in un contenitore di disagio sociale, aumentando la percezione di insicurezza tra i cittadini pur, nella realtà, essendo Trento in vetta a ogni classifica per qualità della vita. Ricordiamocelo. Anziché affrontare il problema con politiche strutturate, si è preferito smantellare ogni forma di accoglienza e poi puntare il dito contro chi oggi si trova a gestire le conseguenze di queste scelte irresponsabili.



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