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Caro bollette, esercenti in crisi. Mazzarella: ''Ecco le nostre propoposte"


TRENTO. Finalmente. Lo diciamo senza partigianeria di sorta e senza timore di essere smentiti. Finalmente qualcuno comincia a ''calarsi nella parte'' proponendo qualcosa di concreto per il territorio e facendosi avanti per affrontare i problemi della comunità. I primi a farsi avanti (tolte le prese di posizione ''scontate'' degli esponenti di destra sui problemi di sicurezza a Rovereto in questi giorni, dopo due tre fatti più eclatanti, descritta da alcuni siti come una cittadina in mano alla criminalità, ovviamente immagine lontanissima dalla realtà che passa anche a causa del silenzio del centrosinistra che governa la città della Quercia) sono quelli di Azione. Nello specifico è il candidato capolista alla Camera per il proporzionale Trentino Alto Adige, Massimiliano Mazzarella, classe '77, tra le tante cose, ideatore qualche anno fa del fortunato progetto "Futur3", che tra il 2009 e il 2011 ha creato una delle più grandi reti wireless d’Europa: la rete Free Luna.

Mazzarella interviene all'indomani della pubblicazione dell'articolo de il Dolomiti su Walter Botto, noto esercente del centro di Trento, proprietario di più locali, che ha annunciato che domenica, per la prima volta, dovrà chiudere il bar per i terribili aumenti dei costi delle bollette e si dice pronto a rinunciare a questo lavoro se la situazione non cambierà: Ormai l'azienda non rende più, per questo come famiglia stiamo pensando davvero di fare una scelta forte. Molti non si sono ancora resi conto della situazione grave in cui ci troviamo e senza interventi forti avremo dei mesi pesantissimi davanti".

''Leggo con molto rammarico il vostro articolo in merito alle difficoltà che l’imprenditore Walter Botto sta riscontrando nella gestione delle sue attività di ristorazione, a causa dei costi energetici - spiega Mazzarella -. La sensazione di drammaticità che percepisco è generata sia dal fatto che una azienda storica di Trento stia vivendo queste difficoltà sia che nella realtà dei fatti oggi sembra non vi sia la debita attenzione alle imprese che vengono lasciate in balia degli aumenti dei costi, incuranti del fatto che rischino di chiudere i battenti per sempre''.

''Da imprenditore - prosegue il candidato di Trento di Azione e Italia Viva - anche io sono abituato a vivere momenti tanto di successo quanto di estrema difficoltà. Comprendo benissimo la sensazione di abbandono che il signor Botto può provare, soprattutto dopo aver vissuto due stagioni di convivenza con l’emergenza covid, e tutte le restrizioni ad essa collegate, che ci hanno stremati. Sono le medesime che anche io ho provato in questi anni e con le quali ho dovuto convivere e per le quali ho passato nottate insonni per trovare soluzioni alternative e innovative per salvare quello che per anni avevo costruito''.




Tronando a Botto e all'ipotesi di chiudere se non ci sarà un'inversione di rotta del sistema il candidato di Azione ricorda come spesso guru dell'economia e coach d’impresa spighino che da ogni crisi nascono nuove opportunità ''ma non è questo il caso. Difficile pensare che il cambio di strada che oggi Walter Botto potrebbe essere costretto a compiere rappresenti una rivoluzione in meglio - spiega -, è in realtà una sconfitta pere tutti che imporrebbe l’abbandono di tutto quello per cui nella vita si è cercato di costruire. Rifletto quindi su come i nostri rappresentanti non comprendano l’urgenza dei tempi e siano più interessati a bisticci di potere che all’interesse di quel tessuto fondamentale basato sulle piccole e medie imprese che mantengono in piedi l’intera nostra nazione''.

Per Mazzarella la prima delle motivazioni dello scollamento tra società e politica su questo argomento riguarderebbe il fatto che i “big” candidati ''negli altri partiti - lui chiarisce giustamente tirando l'acqua al 'proprio mulino' - scarseggino persone che negli ultimi 15 anni hanno potuto o voluto “rischiare del loro”. Quanti di questi hanno dovuto gestire qualcosa senza garanzia di compenso? Quanti hanno dovuto preoccuparsi delle famiglie dei propri dipendenti o hanno passato notti a trovare il modo di far quadrare i conti sballati per motivazioni a loro non riconducibili per evitare licenziamenti e chiusure? Vi è la capacità di comprendere veramente quanto le imprese siano costantemente sotto attacco, oggi per la crisi energetica, ieri per il covid e l’altro ieri per le varie crisi finanziarie mondiali?''.

''Certo, non ambisco ad avere un parlamento composto esclusivamente da imprenditori - conclude il candidato per il Trentino Alto Adige di Azione e Italia Viva - ma neppure che vi sia una totale assenza della loro rappresentatività. Proprio per questo mi sto mettendo in gioco. Credo sia determinante portare nei luoghi in cui si decide il futuro dell’Italia persone che abbiano toccato con mano le difficoltà, che abbiano avuto “fame”, che si siano trovate a dover sviluppare una spiccata attitudine al problem solving per sopravvivere e reinventarsi. Spero quindi che, nel mio piccolo, la mia vicinanza al signor Botto, che erigo a simbolo di tutti quelli che oggi stanno vedendo cedere il pavimento sotto i propri piedi, possa essere d’aiuto. Spero che possa essere colto come un messaggio di speranza il fatto che Azione stia lavorando per scaricare a terra progetti e idee di buon senso vicine alle persone''.


E allora ecco le proposte. ''Azione ha studiato le contromisure necessarie che dovrebbero essere immediatamente intraprese per aiutare le nostre imprese, soprattutto quelle su cui i costi dovuti ai consumi energetici impattano in modo preponderante, mettendo in crisi ogni previsione gestionale. Da quello che osserviamo - chiarisce - sono proprio le piccole e medie imprese che stanno soffrendo di più perché sono abituate a margini molto ridotti e maggiormente aggredibili da questo inaspettato rincaro. Le azioni che proponiamo (per il breve periodo) in modo molto articolato nel nostro programma di governo sono le seguenti''.

Ed eccole riassunte qui sotto:

''Ridurre di circa il 50% il costo dell’elettricità senza oneri per lo Stato, da 600 euro a 350 euro/MWh. Come fare? Tutta l’elettricità non già contrattualizzata deve essere acquistata dal Gse (Gestore Servizi Energetici del Ministero dell’economia). Si deve, quindi, concordare un prezzo al ribasso dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (con attenzione però, a mio avviso, ai nuovi impianti per non comprometterli) e concordare il prezzo di acquisto dell’energia prodotta da carbone a 250 euro per MWh''. Ma non basta, Mazzarella prosegue spiegando che per avere un'ulteriore riduzione ''per le imprese sul prezzo del gas fisso a 100euro/MWh e per le imprese in crisi a causa dei costi energetici prezzo dell’elettricità fisso a 100euro/MWh''. Un'operazione che avrebbe un ''costo di circa 10 miliardi di euro - aggiunge Mazzarella''.

Sulla questione legata al recupero del gas per Mazzarella ''le soluzioni adottate dal Governo Draghi ci assicurano 49 dei 51 miliardi di metri cubi di gas necessari per superare l’inverno. Per completare il piano è necessario che la nave di rigassificazione di Piombino sia operativa entro marzo, in modo tale da gestire in sicurezza eventuali picchi di freddo''.


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