Mi chiedo come possa non essere drammaticamente preoccupata la nostra Giunta Provinciale quando ripetutamente vanno deserti i concorsi per le assunzioni di personale medico come avvenuto alcuni giorni fa per i posti di Guardia Medica.
La crisi strutturale che vede il Trentino ai minimi storici in termini di livello di servizio, di attrattività e di innovazione nel settore sanitario non si può altro che ricercarla nella mancanza di visione e conseguentemente, dall’incapacità di sfruttare al meglio le risorse a nostra disposizione che solo su una visione però possono essere attivate.
Concordando su quanto sia centrale il servizio sanitario provinciale e per quanto riguarda questo mio intervento quello dei medici di prossimità e delle Case di Comunità, è bene che i cittadini sappiano che gli strumenti per reagire e ridare vitalità al settore oggi ci potrebbero essere. A livello nazionale sono, ad esempio, già state normate le UCCP (unità di cure compresse primarie), ovvero le modalità con le quali poter attivare e gestire dei gruppi di medici convenzionati che dovranno andare ad “abitare” le Case di Comunità. Purtroppo però le UCCP non sono ancora state recepite dalla nostra Provincia, impegnata più sulla creazione/ristrutturazione fisica delle Case e meno sui processi necessari a dare a queste vitalità e operatività. Questa mancanza di attenzione diventa ancor più ingiustificata sapendo che parte dei processi legati alle UCCP potrebbero trovare copertura nel PNRR, andando a sgravare di fatto le casse della Provincia. Non sono ingenuo e comprendo come le mura di un edificio siano più visibili rispetto a chi lavora al suo interno, ma mi chiedo se il bene della comunità non possa ogni tanto venire prima della mera e scontata campagna elettorale.
Andando oltre, per completare lo scenario e renderlo ulteriormente operativo e lungimirante, la Giunta dovrebbe porre maggiore attenzione anche sullo sviluppo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT). Le AFT sono quei sistemi che consentono a più medici di base di relazionarsi tra di loro mediante sistemi informatici creando così un unico polo virtuale in grado di offrire congiuntamente il proprio servizio al medesimo cittadino che non avrebbe più un solo medico di riferimento ma un pool. Accelerare sulle AFT consentirebbe quindi da una parte di limitare il disagio del cittadino nel momento in cui gli venisse a mancare l’attuale unico medico di base, dall’altra di estendere tale connessine informatica alle Case di Comunità e alle rispettive UCCP. Una rete integrata, quella che ne risulterebbe, eleverebbe il livello del servizio nei confronti del cittadino che potrebbe essere seguito in maniera continuativa dalla prima assistenza del medico di base al successivo approfondimento diagnostico nelle Case di Comunità.
A tutto questo sarebbe inoltre opportuno consentire alle guardie mediche di accedere al sistema informatizzato dei medici di base per consultare il fascicolo sanitario elettronico oltre che il patient summery. Pare impossibile che in un Trentino digitalizzato questo non avvenga ancora!
Tornando all’incipit del mio intervento, cosa c’entra tutto questo con le mancate candidature per i posti di Guardia Medica? Semplice, l’attrattività di un posto di lavoro oggi, soprattutto quelli ad alta specializzazione, è determinata sempre più da come questo si colloca in un sistema integrato, informatizzato e flessibile. Queste caratteristiche, oltre a migliorare la qualità del servizio erogato, elevano anche quella del lavoro svolto e intrinsecamente l’attrattività del territorio che ha integrato queste buone pratiche... nella fattispecie il Trentino come vorremmo ritornasse ad essere.
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