Durante la seconda metà di marzo, assieme a un gruppo di amici, ho sviluppato un progetto/visione di come si sarebbe potuta immaginare una Fase2 post covid qualora il Virus non si fosse attenuato.
Il concept di progetto è stato elaborato con alcuni amici della società civile con i quali abbiamo sentito il bisogno di proporre soluzioni che vogliono prima di tutto essere un punto di partenza per costruire strategie per la Fase2. Non ha alcuno scopo di lucro ed è stato concepito esclusivamente per stimolare una discussione, anche ipotizzando soluzioni estreme e controcorrente.
Siamo partiti da alcune semplici constatazioni: ad oggi, infatti, non abbiamo a disposizione strumenti di prevenzione (vaccino) che possano contrastare l’attuale emergenza sanitaria né una possibile recrudescenza dell’epidemia nei mesi a venire. Non abbiamo a disposizione nemmeno dei protocolli medici di cura: tante sperimentazioni sono in atto ma - purtroppo – la strada della ricerca medica è lunga.
La risposta (sicuramente corretta) all’emergenza sanitaria ad oggi possibile è stata quella del “lock down”. Ora è toccato al distanziamento sociale che però riteniamo inefficace e capace di produrre danni economici e sociali inimmaginabili.
Ci siamo quindi posti l’obiettivo di individuare un modello che possa andare oltre a quanto fino a oggi fatto.
La finalità di tale modello è duplice: da un lato far si che la cittadinanza possa riappropriarsi di spazi di socialità più ampi e con meno vincoli, dall’altra poter sostenere le attività economiche consentendo agli operatori di operare nel mercato anche in periodo di emergenza sanitaria.
Chiaramente ci sono dei "se" e dei "ma", ma oggi è impossibile per definizione non averne su qualsiasi proposta avanzata. Le possibili criticità intravediamo sono sostanzialmente legati ad aspetti logistici ed eventualmente di privacy. I primi sono risolvibili a nostro avviso con una pianificazione e un coordinamento serrato con approccio di project management (ipotizzati nel progetto). Sugli aspetti legati alla privacy, ci rendiamo conto di come sia un tema molto delicato e complesso, riteniamo che sia molto un tema politico e legato anche ad aspetti di percezione da parte della collettività che richiedono un approccio di “comunicazione trasparente” imprescindibile.
Non crediamo di aver trovato LA SOLUZIONE ma riteniamo che possano esserci contributi utili alla riflessione sulla fase 2. Siccome è probabile, anche se non ce lo auguriamo, che l'epidemia possa continuare e si possa ripresentare anche più volte, anche con nuovi virus, sperimentare strade diverse, coraggiose e nuove, è a mio avviso un dovere oltre che una opportunità.
Qui sotto è possibile scaricare la presentazione completa del progetto che entra nel dettaglio simulando l'intera logistica organizzativa su un'area come il Trentino, oltre che sviluppando una analisi di costplan dettagliata.
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