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PROGETTO MANIFATTURA, UN PROGETTO DA RILANCIARE ORMAI DIVENTATO UNA CATTEDRALE NEL DESERTO


Il progetto manifattura nasce oltre 10 anni fa con lo scopo di riqualificare la manifattura tabacchi, simbolo industriale della città di Rovereto. Ricordo benissimo le suggestioni che l’architetto Carlo Ratti lanciava nelle conferenze che descrivevano il progetto. L’obiettivo era quello di creare un’area in cui ospitare startup e aziende innovative proiettate verso il futuro nei settori di maggior tendenza come quello della green economy. Una community di professionalità e imprenditori che potessero interagire tra di loro innescando un circuito virtuoso necessario a quell’innovazione sistemica a cui dovremmo ambire come Provincia Autonoma. Da quando la società di scopo, inizialmente creata ad hoc per la gestione della nuova Manifattura, è stata chiusa e la gestione è passata a Trentino Sviluppo è iniziato un inesorabile declino del progetto che ha spostato definitivamente l’attenzione sostanzialmente verso l’attività immobiliare. Ho parlato con alcuni imprenditori che hanno la sede presso Manifattura e tutti confermano che quanto si faceva una volta, meeting, presentazioni, aperitivi, convention, oggi siano solo ricordi e gli unici momenti pubblici sino orientati a ottenere solamente visibilità politica su qualche televisione o rivista. L’attrattività dell’area, oggi, è legata sostanzialmente solo alla convenienza degli affitti, agli spazi enormi quasi lunari e ad una struttura che, opera di capaci architetti, è effettivamente qualcosa di magnifico in cui poter lavorare.


Gli spazi dell’area Be Factory (25.000mq) sono per la maggior parte affittati (un 70-80%) e in alcuni casi anche da imprese molto importanti, ma quello che si nota passeggiando ed entrando nelle aziende è che vi siano spesso spazi enormi destinati a poche, pochissime persone. Volumi immensi, sottoutilizzati ma che bisogna riscaldare, raffrescare e illuminare. Siamo nel polo che voleva essere il polo della Green Economy e praticamente ovunque io vada, trovo luci accese anche in spazi evidentemente utilizzati da nessuno. Nella struttura storica del complesso non esiste neanche un timer per le illuminazioni delle scale… un piccolo dettaglio, che però fa comprendere la poca attenzione che viene posta da chi dovrebbe gestire questa magnifica struttura. Abbiamo provato a entrare nel nuovo spazio, enorme, di coworking, ma era chiuso. Pare non sia ancora utilizzato da esterni, ma che chi ha già gli uffici in Manifattura possa goderne gratuitamente… “inutilmente” aggiunge un imprenditore che era con noi ”visto che gli uffici già li abbiamo. Non ne capiamo la logica”.

Sono stati spesi 70 milioni di euro per realizzare quanto oggi c’è, altre decine di milioni si spenderanno per la realizzazione di altre migliaia di metri quadrati che, mi chiedo a cosa serviranno se non si cambia impostazione.





Per dare ulteriore chiarezza di come questi spazi siano lontani dagli obiettivi di creare attrattività per investimenti e cervelli, cito un’indagine sulle società Scaleup (startup che hanno raggiunto un buon livello di crescita e che hanno attratto investimenti) uscita nelle scorse settimane su il Sole24ore. Rovereto, con tutti gli spazi come Manifattura di cui è dotata e soprattutto con la presenza di Trentino Sviluppo è riuscita ad attrarre solamente il doppio degli investimenti di Riva del Garda (10 milioni rispetto a 5) e un ottavo rispetto a Trento. E’ chiaro come non si stia facendo il necessario per valorizzare gli investimenti fatti. E’ necessario quindi cambiare rotta ridando vita a questa stupenda intuizione che non può più essere lasciata in mano a burocrati senza visione e competenze. Se Trentino Sviluppo non ne fosse più in grado come parrebbe, si potrebbe pensare di coinvolgendo un gestore terzo, privato, e seriamente determinato a valorizzare questo patrimonio trentino. L’alternativa esiste basta volerla, e votarla direi anche.


Massimiliano Mazzarella

Capolista di Aione alle elezioni provinciali del 22 ottobre



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