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SALARI BASSI IN TRENTINO, LE PROPOSTE DI AZIONE CI SONO!

Già in un evento pubblico di fine 2021 con Trentino in Azione avevamo sollevato il problema del calo di investimenti in Trentino, della riduzione del contesto innovativo che spesso rimane solo sulla carta. Già allora evidenziavamo il divario tra stipendi dei trentini rispetto alle aree circostanti.


Il lavoro è un tema fondamentale per Azione, assieme a Sanità e Istruzione rappresenta un caposaldo sul quale bisogna tornare a ragionare seriamente e con idee concrete.


La fotografia drammatica che ha fatto emergere lo studio dell’Università sul lavoro in trentino non dovrebbe stupirci perchè i segnali c’erano tutti. Giovani che fuggono all’estero, crisi occupazionale, riduzione del livello tecnico dei lavoratori, calo di idee innovative. Temi più volte sollevati anche dalle categorie economiche ma che poi, nella realtà dei fatti in questi anni la politica locale non ha saputo declinare come è avvenuto per altre aree d’italia.


Azione ha ben chiaro quali siano le iniziative fattive da intraprendere e non si limita agli slogan.

In primis l’incentivazione dal lavoro giovanile deve essere fatta rendendo più redditizio il lavoro di chi si immette nel mondo del lavoro. E’ opportuno, per quanto riguarda il lavoro dipendente, azzerare l’irpef fino ai 25 anni e del 50% fino ai 30. Parallelamente detassare i premi produzione e incrementare i fringe benefit. Iniziative queste che non appesantirebbero le imprese ma che al contempo aumenterebbe sensibilmente il netto percepito dai giovani dipendenti.

Oltre agli aspetti legati al reddito che chiaramente è fondamentale, è necessario adattarsi ai nuovi trend che vedono strasformate le esigenze dei giovani. Le società con maggiore appeal devono essere orientate al Corporate Social e al Digital Innovation, caratteristiche che non devono più essere immaginate solamente per le società tecnologiche. Contestualmente bisogna però uscire dallo stereotipo per cui siano la svogliatezza e l’insoddisfazione le principali motivazioni per cui i ragazzi rifiutano determinati lavori. La società che è cambiata, i lavori che la nostra generazione accettava ed inseguiva non vanno più bene con le nuove modalità socializzazione, interazione e valori che i giovani portano con se. Occupazioni che non garantiscono flessibilità, possibilità di crescita, giusta retribuzione non vengono più considerati e richiamare “la gavetta” della nostra giovinezza ricordando le stagioni dove si lavorava 16 ore al giorno venendo retribuiti solo 8, non è utile neanche.


Per quanto riguarda le partite IVA e le startup invece oltre a riprendere di pari passo l’annullamento dell’irpef come sopra detto, è fondamentale andare a modificare il sistema di acconto/saldo che oggi mette fin da subito in crisi di liquidità ogni nascente attività. Contestualmente traslare i costi di costituzione e fiscale oltre i primi due anni di attività e implementare un sistema che consenta di rimborsare direttamente le spese fiscali per recuperare immediatamente liquidità. A corollario di tutto ciò insistiamo per riattivare industria 4.0 estendendone i benefici anche a settori che vanno oltre quello industriale. Localmente è fondamentale dare serio e concreto impulso alle startup innovative rivedendo da una parte la legge 6/99, strumento molto potente ma inadeguato per chi desidera sviluppare nuove idee, dall’altra consentendo a strutture come Trentino Sviluppo di investire somme più importanti che garantiscano un’evoluzione importante alle idee veramente meritevoli.


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