SICUREZZA A TRENTO: DAL COMUNE AZIONI CONCRETE E NON CHIACCHIERE COME QUELLE DELL'OPPOSIZIONE
- Massimiliano Mazzarella
- 21 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 28 feb
SICUREZZA A TRENTO
Nell'ultimo anno, abbiamo assistito a ogni genere di strumentalizzazioni da parte della destra presente in Consiglio Comunale di #Trento sul tema della sicurezza. Ricordiamo tutti quando gridavano allo scandalo per la presenza delle telecamere di videosorveglianza, salvo poi lamentarsi di presunte carenze nei controlli. Poche idee e ben confuse, a mio avviso.
Qui, invece, presentiamo un fatto concreto: una proposta del Comune che mira a rendere permanente, per tutto l’anno, un servizio notturno di controllo della città, a integrazione delle attività degli organi di polizia.
Va comunque sottolineato che la sicurezza è una competenza del Comune solo in misura limitata. Ogni polemica sulla gestione dell’attuale maggioranza, quindi, appare strumentale e finalizzata a scopi puramente politici.
Inoltre, per chiarezza, è necessario ricordare lo smantellamento, da parte della Provincia Leghista, di ogni sistema di assistenza e integrazione per gli extracomunitari in difficoltà ha fatto convergere su Trento circa 800 persone, che prima erano distribuite in modo più diffuso su tutto il territorio provinciale.
(tema tra l'altro da me evidenziato già in campagna elettorale alle provinciali vedi qui https://fb.watch/xf8qBhAm2o/ ) Non si tratta di scaricare responsabilità su altri, ma di far comprendere ai cittadini le reali cause di questa situazione e come, nonostante decisioni così discutibili, il Comune stia cercando di trovare soluzioni, come quella descritta in questo articolo.
Certamente, si può sempre fare di più e meglio, e in questa direzione ci stiamo impegnando!
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Qui l'intero articolo tratto da L'Adige:
«Controlli e movida, i tutor funzionano»
chiara zomerNon erano vigili urbani e nemmeno carabinieri o poliziotti, ma la divisa garantiva loro visibilità e ruolo. Non obbligavano, perché non ne avevano i poteri. Ma a volte un invito di buon senso serve più di un ordine. L'esperimento degli street tutor non ha risolto ogni grana della cosiddetta mala movida, ma ha per lo meno contribuito a far fare un passo avanti, verso una convivenza tra esigenze e abitudini diverse. Per questo palazzo Thun annuncia che rinnoverà l'esperienza: ora si parte con il nuovo bando. Una scelta fatta a valle di un primo bilancio dell'attività, considerato positivo da tanti punti di vista.Si partiva da una situazione nota: in alcune vie della città - su tutte via Santa Maria Maddalena e largo Carducci, ma pure piazza Duomo e via Calepina - si viveva un momento di convivenza difficile tra attività economiche e residenti, che lamentavano schiamazzi e presenze moleste ampiamente oltre l'orario d'apertura dei pubblici esercizi. Grazie al mando del Comune - e alla copertura di 20 mila euro, per l'80% dei costi del servizio - i "pattugliamenti" sono stati parecchi: 41 serate di servizio, dalle 20 alle 2 di notte, 4 operatori. Un servizio che comunque si coordinava con la polizia locale e che doveva funzionare come deterrente.Ed ha in effetti è stato efficace, per esempio, nell'allontanamento senza particolari problemi delle persone che si fermavano in via Santa Maria Maddalena soprattutto mercoledì, venerdì e sabato, dopo l'orario di chiusura dei locali. In alcuni casi gli street tutor hanno invitato i titolari dei locali ad abbassare la musica, in altri sono stati chiamati dagli stessi esercenti per dare un aiuto ad allontanare avventori ubriachi o molesti. Fino a servizi più complessi: in un paio di casi hanno aiutato nel ritrovare un cellulare rubato, in altri momenti sono stati presenti nel corso delle operazioni antidroga della polizia locale. «Mi sembra ci sia stata una buona collaborazione con le attività economiche, abbiamo avuto dei buoni feedback» evidenzia Vincenzo Cirocosta, coordinatore del servizio, che ha ricordato qualche episodio ampiamente sopra le righe: «In un caso ci hanno lanciato contro i cani, perché chiedevamo loro di non urinare in strada». Per fortuna nessuno si è fatto male. Resta, comunque, un bilancio positivo dell'esperienza: «Si è conclusa la sperimentazione, ora usciamo con un nuovo bando. Il concetto è quello di sicurezza integrata e sicurezza sussidiaria - spiega il sindaco Franco Ianeselli - Io credo che una città che voglia viversi bene anche la sera e la notte, sia utile avere delle persone qualificate, perché non sono agenti ma sono cosiddetti decretati, perché formati e abilitati a compiere questo servizio, che accompagnano la città e quando ci sono certe situazioni può relazionarsi con le forze dell'ordine. Perché è importante trovare un equilibrio tra una socialità che vogliamo, ma che non abbia conseguenze negative per i residenti. IO credo che abbiano dato il loro contributo, non significa che siano tutti soddisfatti al 100 per cento, ma hanno dato il loro contributo». Dai problemi di convivenza al tema della sicurezza il passo è brevissimo, tanto più che siamo vicini alla campagna elettorale durante la quale il tema sarà ampiamente dibattuto. Ma sul punto il sindaco Ianeselli non arretra: «Il centrodestra insisterà sulla questione di sicurezza? Io ripeto quel che ho già detto e che loro dovrebbero sapere: se il problema è la sicurezza, hanno sbagliato indirizzo, perché quella è garantita dal ministro dell'Interno, è sua la competenza. Se invece si parla di sicurezza integrata, che vuol dire controlli, ma anche urbanistica, eventi, presa in carico delle situazioni, perché per noi non c'è solo la repressione ma anche la presa in carico, la città fa la sua parte. Ricordo però che è vero che abbiamo avuto il problema con il garante della privacy, ma i primi a rallegrarsi del fatto che il Comune sia stato sanzionato e il progetto della videosorveglianza fermato, è stato il centrodestra. E lì, in quei giorni, non era la sicurezza evidentemente, il loro principale problema».

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