Continuano le morti sul lavoro e fa molto scalpore l'ultimo incidente accaduto a Torino dove hanno perso la vita 5 lavoratori che operavano su una ferrovia. La piaga degli infortuni sul lavoro con una media nazionale di circa 3 morti al giorno, ha portato sia il Governo Draghi che il Governo Meloni ad intervenire nella materia della salute e sicurezza sul lavoro. Il Governo Draghi è intervenuto con il decreto legge 146/2021, convertito nella legge 215/2021 con la quale ha introdotto la nuova sospensione dell’attività imprenditoriale che può essere attivata dagli Organi di vigilanza territoriali sia per contrastare il lavoro irregolare che per gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Con la stessa legge il Governo ha modificato però anche le competenze in materia dell’Ispettorato nazionale del lavoro che risultano oggi sovrapponibili a quelle delle Aziende sanitarie locali.
In sostanza la risposta al fenomeno antinfortunistico è stata di tipo repressivo, aumentando i controlli e le sanzioni a carico delle imprese e dei professionisti.
Il Governo Meloni prosegue sostanzialmente sulla stessa linea d’azione del Governo Draghi, ma stavolta entra direttamente sulle competenze delle Province Autonome di Trento e Bolzano e della Regione Sicilia. Nel decreto legge lavoro (DL 48/2023) all’art. 16, senza peraltro prevedere nessuna clausola di salvaguardia dell’autonomia speciale, allarga ancora le competenze dell’Ispettorato nazionale del lavoro anche nella Regione Sicilia e nelle due Province autonome.
Questo significa ingerirsi nelle prerogative dell’Autonomia speciale con la giustificazione di voler rafforzare i controlli ispettivi in una materia che storicamente è sempre stata però presidiata sul piano organizzativo e politico dalle due Province autonome.
Sono poi fermi a giugno 2022 gli accorti stato-regione in merito alla formazione del datore di lavoro. Così non è più possibile andare avanti. Si propone quindi di:
Fare inserire a livello nazionale la Clausola di Salvaguardia dell’Autonomia speciale nella legge di conversione del decreto legge 48/2023 (senatori e onorevoli di Azione), prevedendo l’adeguamento della vigente norma di attuazione dello Statuto (DPR 197/1980 e d. lgs 283/2004), con la quale sono state delegate alle due province autonome, tra l’altro, le funzioni dell’ispettorato del lavoro, prevedendo altresì che rientrino nella delega anche le funzioni comunque attribuite agli organi periferici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche successivamente alla data di entrata in vigore dei decreti espressamente citati.
Promuovere uno specifico Coordinamento tra Enti ispettivi all’interno del Comitato provinciale di coordinamento previsto dall’art. 7 del D.lgs. 81/08 (testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro) nell’ipotesi probabile in cui l’art. 16 del decreto-legge 48/2023 venga convertito in legge senza modificazioni.
Attivare un apposito capitolo di bilancio provinciale per finanziare attività di prevenzione e di cultura della sicurezza sul lavoro (come già previsto dall’art. 13, sesto comma e 14, decimo comma del D.lgs. 81/08) finanziato con fondi derivanti dall’applicazione delle sanzioni del D.lgs. 81/08 e della maxi-sanzione prevista. dalla nuova sospensione dell’attività imprenditoriale così come avviene in altre Regioni. Finora questa specifica previsione non è mai stata ancora applicata nella Provincia Autonoma di Trento. Questi fondi (dal 2008 quando è entrato in vigore il D.Lgs. 81/08 circa 10 milioni di euro) potranno servire per finanziare attività di formazione, investimenti delle imprese in sicurezza, riqualificazione dei lavoratori e aumentare significativamente la consapevolezza di un lavoro sicuro avendo come obiettivo principale la riduzione significativa degli infortuni e delle malattie professionali
Incentivare la formazione dei lavoratori e dei preposti che spesso non colgono l’importanza di utilizzare i DPI (dispositivi di protezione individuale) mettendo a repentaglio la loro incolumità a prescindere dalle corrette procedure adottate dalle imprese.
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